Il latte materno è quel cibo ineguagliabile, sempre caldo al punto giusto, ricco di sostanze vive, di una composizione perfetta, adatta a un piccolo organismo che fino a pochi giorni prima si è nutrito solo per via sanguigna. Il latte della mamma protegge il neonato da malattie tramite preziosi anticorpi e si trasforma nel corso dei mesi per rispondere alle mutate esigenze fisiologiche della crescita.
L’allattamento al seno è anche occasione di intimità, dolce tepore tra le braccia materne. È vero anche che allattare non è sempre idilliaco e richiede comunque un tempo piuttosto lungo di dedizione. Molto dipende dalla decisione materna di allattare, ma anche dalle circostanze e dall’incoraggiamento che la neomamma incontra. Anche per lei nutrire il bambino dal suo seno deve essere un piacere.
Ecco alcuni suggerimenti per superare le difficoltà iniziali dell’allattamento al seno:
Preparare il seno al futuro compito:
È un aspetto sottovalutato dai ginecologi, ma che invece è essenziale, perché quando si producono le ragadi, la sofferenza è tale che allattare diventa quasi impossibile. La preparazione del seno consiste in un semplice massaggio fatto sera e mattina con olio di mandorle o di germi di grano, dall’alto della mammella verso la punta e su di essa, in modo da sollecitare i capezzoli che cominciano a sporgere e che si abituano così ad essere maneggiati. Questa cura preventiva, particolarmente utile se i capezzoli sono appiattiti, va iniziata verso il 5/6 mese.
Trovare una posizione seduta comoda per allattare:
La schiena della neomamma deve essere sostenuta, la posizione non deve essere rigida. Per non stancare le braccia, l’ideale è posizionare un cuscino sotto il braccio su cui è appoggiata la testa del piccolo. In pratica il seno è posizionato in modo che gli vada in bocca.
Prestare attenzione a come il neonato si attacca al seno:

C’è meno rischio che si formino le ragadi, le ferite attorno al capezzolo, se fin dalle prime volte il neonato prende con le labbra anche la parte dell’areola e la spreme succhiando. Se afferra solo il capezzolo, le sue gengive dure ne lacerano la pelle delicata.
Lavare i seni dopo ogni poppata:
Dopo ogni poppata è utile lavare i seni con acqua tiepida, asciugare e massaggiare con il solito olio.
Evitare di nutrire il piccolo se è assonnato:
Può succedere che in ospedale il neonato venga portato mezzo addormentato alla mamma. Meglio attendere il suo completo risveglio per allattarlo al seno.
Evitare la confusione quando si nutre il piccolo:
È importante nutrire il bambino in un luogo tranquillo. Bisogna evitare di distrarlo con stimoli sensoriali estranei alla situazione di intimità in cui si trova con la mamma. Il bambino ha bisogno di concentrazione sia per succhiare al meglio, sia per sentire la relazione con sua madre. È proprio qui che comincia a “polarizzare” la sua attenzione, come dice Maria Montessori, ovvero a costruire la sua concentrazione.
Ma esistono alimenti per favorire la lattazione?
Certamente. Ecco alcuni alimenti che per le loro proprietà favoriscono la produzione del latte:
Tisana: Species Carvi della casa Weleda:
Contiene: anice, ortica, finocchio, cumino.
Preparazione: Un cucchiaio da thè, in una tazza di acqua bollente; far bollire per un attimo, poi lasciare in infusione coperta, per 5 minuti. Filtrare. Aggiungere miele o zucchero.
Dosi: da 1 a 3 tazze al giorno.
Cibi che favoriscono la produzione di latte:
Mandorle e latte di mandorle, latte di sesamo e latte di soya, germogli di grano, avena, uva, miele, frutta fresca di stagione, yogurt e cereali integrali.
Cosa fare se il seno è molto gonfio?
Conviene svuotarlo un poco per fare emergere il capezzolo e facilitare il compito al bambino. Basta fare un massaggio con un fazzoletto di stoffa intriso di acqua calda, dalla parte alta del seno fino all’areola, spremendolo leggermente. Basta poco perché il capezzolo diventi di nuovo sporgente.
Ma se la neomamma non dovesse riuscire o non volesse allattare al seno il suo piccolo?
La scelta di allattare o meno è personale e nessuna mamma va colpevolizzata per questo. Esiste l’allattamento artificiale e la mamma creerà comunque un legame indissolubile con il suo bebè.
I primi giorni di vita del bebè sono di transizione, passa dall’essere nell’utero (dove tutto era perfettamente equilibrato) all’essere fuori dall’utero (dove tutto è più imprevedibile). In questi giorni di ambientazione può essere utile utilizzare un Topponcino per facilitare questo cambiamento. Si tratta di un cuscino sottile e trapuntato, leggermente più grande del bebè, realizzato in cotone. Ideale per avvolgere il bambino e farlo sentire sicuro e protetto.